Abbiamo già avuto modo di conoscere ed apprezzare il glutatione per il fondamentale ruolo che svolge all’interno dell’organismo umano (vedi precedente articolo dal titolo: “Focus sul glutatione”). Il glutatione, infatti, per la sua caratteristica composizione chimica svolge un’azione fondamentale contro i radicali liberi, al punto che molti studiosi lo considerano come il più potente antiossidante.

Purtroppo la produzione endogena di glutatione tende a diminuire con l’avanzare dell’età, per cui già dopo i 30-40 anni, questa inizia lentamente a calare e diminuisce drasticamente dopo i 60 anni; i livelli di glutatione endogeno diminuiscono poi ancor più significativamente se si adottano stili di vita poco sani, quali fumo, alcool, sedentarietà e stress eccessivi; da qui l’importanza di integrare adeguatamente tale preziosa sostanza.

A tal proposito, abbiamo visto che il glutatione assunto attraverso i cibi o tramite integrazione a base di glutatione, compreso quello in forma liposomiale, ha uno scarso assorbimento a causa del decadimento subìto durante il passaggio nel tratto digerente. Oltre all’utilizzo per via endovenosa, risulta, invece, molto più efficace l’integrazione di sostanze definite “precursori” del glutatione, ovvero N-Acetilcisteina (NAC) e Glicina, poiché sono bene assorbite a livello intestinale e stimolano la produzione endogena di glutatione.

Effetti ed impiego della NAC

La letteratura internazionale mostra anche come, oltre alla notevole capacità antiossidante, il glutatione svolge molte altre importanti funzioni: è, infatti, un potente agente detossificante di sostanze nocive per il nostro organismo, e svolge, inoltre, un importante ruolo nella modulazione della risposta immunitaria e nell’attenuare i sintomi di malattie neurodegenerative. Tutto è dovuto fondamentalmente al ruolo benefico che questa molecola svolge all’interno del mitocondrio, vero e proprio organello cellulare chiave per la salute umana.

Il ruolo della N-acetil L-cisteina (NAC) è stato rivalutato ultimamente per la sua notevole attività antiossidante, chelante (rimozione dei metalli pesanti) e mucolitica, e recenti studi ne stanno confermando il ruolo strategico anche nell’azione di contrasto alle malattie neurodegenerative grazie alle peculiari capacità neuro-protettive.

In particolare si sta sempre più focalizzando l’attenzione sui potenziali effetti dell’utilizzo della NAC nel morbo di Alzheimer, nel morbo di Parkinson, nell’ictus e nel dolore neuropatico.

La NAC, infatti, sembrerebbe in grado di modulare diversi neurotrasmettitori chiave, in particolare il glutammato, che ha un ruolo fondamentale nel sistema nervoso centrale perché regola la percezione del dolore, il tono dell’umore, l’apprendimento e la memoria, tanto che una disfunzione in tale ambito sembra essere alla base delle malattie neuropsichiatriche e neurodegenerative.

Inoltre, a seguito di somministrazione di NAC sono stati riscontrati miglioramenti nei livelli di dopamina – altro importantissimo neurotrasmettitore primario – nonché nelle valutazioni cliniche delle capacità fisiche e mentali dei pazienti trattati.

Diversi studi clinici, condotti soprattutto negli USA, hanno confermato  i benefici effetti forniti dall’utilizzo della NAC in disturbi come il Parkinson e l’Alzheimer (a dosaggi compresi tra i 600 e i 6.000 mg  al giorno) e il dolore neuropatico (a dosaggi pari a 2.400 mg al giorno).

Di seguito il link alla pagina dedicata al nostro nutraceutico a base di NAC e Glicina (i cosiddetti precursori del glutatione) in sinergia con Quercetina: il GLIQUNAC.

Bibliografia

 

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